«Mi scusi, si può con il cane?»
«E si figuri signora, fra poco entrano loro e usciamo noi, si accomodi ma lo tenga lontano da me.»
L'impiegata mi soppesa con lo sguardo tamburellando con le dita sulla scrivania in un gesto di stizza. La strega sembra indifferente.
«Ecco le fotografie e la carta d'identità scaduta, sono qui per il rinnovo.»
Sbuffa come se stesse facendo qualcosa che non le compete, prende il documento scaduto e prepara la pratica.
«Nessuna variazione, vero? L'indirizzo è lo stresso? Coniugata, vero? Professione impiegata?»
«Si, tutto uguale o quasi, professione...non saprei....»
«Casalinga? Mettiamo casalinga? La vedo titubante, non è un campo obbligatorio, possiamo non mettere nulla se vuole.»
La strega comincia ad agitarsi, accavalla le gambe da un lato e poi dall'altro, non sa che posizione assumere.
«La ringrazio, non metta niente, lo preferisco.»
«Statura 1.65, capelli castani, occhi castani... veramente i capelli sono alquanto biondi, mi pare.»
«Certo, metta biondi.»
«Segni particolari ovviamente nessuno.»
«Ovviamente» ripete la strega che sembra impaziente di finire.
Firma, paga, prende il documento, lo guarda.
«Mi scusi, qui c'è scritto casalinga, aveva detto che non era un campo obbligatorio o sbaglio?»
«Cosa vuole che sia signora, fra dieci anni, alla nuova scadenza, lo si cambia. Non è un'offesa essere casalinghe.»
«Sa che le dico, lei invece rifà tutto e lo cambia ora.»
«Signora, sto lavorando io, non sono a spasso con il cane, c'è gente che aspetta.»
«Allora abbiamo sbagliato tutto, mancano i segni particolari, uno è questo: voilà!»
Con la mano tira via la parrucca mostrando i quattro peli che stanno ricrescendo sulla cute lucida. Nell'ufficio il brusio si calma.
«E posso ancora continuare, le posso far vedere i postumi della mastectomia totale. Bisogna compilare tutto esattamente. Segni particolari calva, conseguenza della chemioterapia, e vistosa cicatrice trasversale dove c'era una volta il seno destro, dobbiamo essere precisi.»
«Signora si calmi, mi dispiace moltissimo, la capisco ma finiamola con queste scene plateali, ci stanno guardando tutti, venga di là che le offro un bicchiere d'acqua.»
«Ma quale bicchiere d'acqua, ci si affoghi lei» dice la strega con voce alterata. Si riposiziona la parrucca, strappa la carta d'identità in tanti pezzi e li lancia sulla scrivania. Afferra il guinzaglio tirandomi verso l'uscita.
«Andiamo Rebecca, nessuno capisce niente in questo mondo di merda.»

Sempre più graffiante...
RispondiElimina:-)
Fantastico!
È un personaggio che spiazza e che si fa guardare, in un racconto quasi cinematografico. Mentre il suo malessere inizia a trovare delle cause, la sua credibilità cresce.
RispondiEliminaBello, carini anche i disegni... la signora assomiglia a Margherita Bui (si scrive così Bui??)
RispondiEliminaInfatti è Margherita Buy!
RispondiEliminaE mi scuso per la grafica imperfetta (al contrario di quella di Francesco) ma con il copia e incolla ho combinato un pasticcio
RispondiEliminaCredo che la padrona di Rebecca abbia molto da raccontare...
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